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Civitella del Tronto (589 m. s.l.m.) si trova nel nord dell’Abruzzo, al confine con le Marche. Le sue origini sono antichissime: è
dell’XI secolo la prima fonte documentaria che cita "Tibitella" come città di confine tra la conca aprutina e quella ascolana.
Civitella del Tronto è situata a 589 m s.l.m. su di una rupe rocciosa di travertino ed è sovrastata dalla Fortezza, ultimo disperato
baluardo dei Borbone di Napoli e del Regno delle Due Sicilie che resistette strenuamente fino all'ultimo e si arrese ai piemontesi
addirittura dopo che fu proclamata l'Unità d'Italia.

Le località che hanno per nome “Civitella”, volgarizzazione di civitas, rivelano sempre origini antiche: in questo caso forse da una
città federata dei Romani. L’eponimo “Tronto” si riferisce all’importante fiume delle Marche, che nasce in Abruzzo.

Le origini di Civitella del Tronto non sono chiare, anche se in località Ripe di Civitella e nelle grotte Sant'Angelo e Salomone, sono
stati rinvenuti reperti risalenti al Neolitico e al Paleolitico superiore.

Civitella del Tronto si crede sorga sull'antica area della picena Beregra. Le prime testimonianze storiche certe la collocano nei
secoli IX-X (l'origine dell'abitato attuale è altomedioevale) come città incastellata per sfuggire alle scorribande ungare e saracene.

Il paese fu invaso dagli Ascolani quattro anni dopo che nel 1251 avevano dichiarato guerra ai Teramani per fini espansionistici. A
salvare i civitellesi intervenne papa Alessandro IV che pose fine ai cruenti e sconsiderati saccheggi ascolani evidenziati dal
Vescovo aprutino Matteo I. Memore dell’invasione ascolana e consapevole dell’importanza strategica di avere in zona di confine
una fortificazione efficiente Carlo I d’Angiò ordinò la fortificazione di Civitella che cominciò il 25 marzo 1269. Già nel secolo XIII il
paese appartenente al Regno di Napoli era cinto da mura e, per la sua particolare posizione geografica di confine con lo Stato
della Chiesa, ebbe sempre una grande rilevanza strategica.

Civitella passò dagli Angioini agli Aragonesi nel 1442. Alfonso d’Aragona, dopo aver sconfitto Francesco Sforza e riconquistato
anche Civitella nel 1443, trasformò il Castello civitellese in una Piazza Forte nel 1450 in vista dei venti di guerra con la Francia. Il
luogotenente Alfonso, figlio di Ferdinando I, notando una donna posseduta dal maligno chiede aiuto a San Giacomo della Marca
che compie il miracolo nel 1472. Nel 1495 i civitellesi continuano però a soffrire degli abusi del Castellano e, per protesta,
danneggiano ben quattro delle cinque torri del castello che viene brutalmente saccheggiato. Le tasse del tribunale della Grascia,
il fenomeno del banditismo e l’ospitalità militare che i civitellesi devono affrontare continuano anche dopo il trattato di pace di
Blois portano la popolazione allo stremo.

Nel 1557 fu posta d'assedio da parte del francese Duca di Guisa, generale di Enrico II alleati con il Papa Paolo IV, che, benché
feroce e violento, non riuscì a espugnare la città, tanto che il 16 maggio dello stesso anno tolse l'assedio e si ritirò presso
Ancona. Proprio in questa guerra, tra Francesi e Spagnoli, Civitella cambiò il suo nome in Civitella del Tronto, in quanto
protagonista della Guerra del Tronto. La vittoriosa e valorosa resistenza che il popolo della cittadella riuscì a riportare venne
apprezzata nell'intero Regno, tanto che ai suoi cittadini furono tolti gli oneri fiscali per quarant'anni, e a spese del demanio regio
furono restaurati gli edifici e la fortezza. Per lo stesso episodio nel 1589 fu elevata al grado di Città e le fu conferito il titolo di
Fidelissima da Filippo II di Spagna. Da quel 16 maggio, ogni anno i civitellesi festeggiano il loro nuovo patrono Sant'Ubaldo (in
precedenza era San Lorenzo).

Venne assediata nuovamente dalle truppe Francesi nel 1798 cadendo con disonore, e nel 1806. In questo caso il forte, difeso dal
maggiore irlandese Matteo Wade, sostenne un assedio di quattro mesi contro le ben più numerose truppe Napoleoniche,
capitolando onorevolmente il 21 maggio 1806.

Una famosa pagina di storia legata a Civitella e alla sua fortezza è quella relativa al Risorgimento. Nel 1860, dopo aver
attraversato L'Emilia-Romagna e le Marche, l'esercito di Vittorio Emanuele II di Savoia il 26 ottobre strinse d'assedio Civitella,
durante il quale i soldati borbonici resistettero per ben duecento giorni. Nonostante il Regno delle Due Sicilie fosse finito il 13
febbraio 1861 con la caduta di Gaeta, e la resa fosse stata suggellata il 17 marzo con la proclamazione in Parlamento, a Torino,
del Regno d'Italia, Civitella continuò a combattere, cadendo solamente il 20 marzo 1861, quindi tre giorni dopo che fu sancita
l'Unità d'Italia. Questo episodio ne fa l'ultima roccaforte borbonica che si arrese, accettando, di fatto, la fine del Regno delle Due
Sicilie.

Come sempre, durante un assedio coevo, una volta isolata la fortezza da possibili aiuti esterni, gli assedianti, guidati dal generale
Luigi Mezzacapo (un napoletano di scuola borbonica), bombardarono la struttura per demoralizzare gli ultimi reparti borbonici.
Sapendosi isolati e privi d'ogni speranza di soccorso, diversi reparti situati in alcune ali della fortezza si arresero. Eppure
un'ultima parte dei militari, nonostante l'uscita dei camerati, decisero, pur allo stremo delle forze, di resistere ancora, per poi
arrendersi solo alla fine[4]. I superstiti furono presi prigionieri e trasferiti in strutture detentive non identificate, a causa
dell'assenza di approfondite ricerche storiche in merito.

Negli anni immediatamente successivi all'Unità, nel territorio di Civitella operarono svariati briganti, dei quali alcuni erano
semplici banditi, altri invece partigiani del cessato regno borbonico. Purtroppo proprio in quegli anni il Forte, non più
strategicamente importante, venne abbandonato e saccheggiato dagli stessi civitellesi, creando così la rovina di una delle
maggiori opere architettoniche militari degli Abruzzi. Si segnala che già qualche decennio prima fu distrutta la fortezza di
Pescara.

Tra i numerosi monumenti e luoghi di interesse troviamo:
Santuario di Santa Maria dei Lumi
Chiesa di San Lorenzo
Chiesa di San Francesco
Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta anche Chiesa della Scopa
Abbazia Santa Maria in Montesanto
La Fortezza

Fortezza di Civitella del Tronto

La fortezza di Civitella del Tronto, costruita per scopi difensivi e trasformata nel corso del tempo, si eleva sulla zona più alta del
paese. È una delle più imponenti opere di ingegneria militare, articolata in un complesso di elementi interdipendenti e
complementari, che che danno vita ad un organismo difensivo, concepito per rispondere ad esigenze tecniche e funzionali. Il suo
insieme si compone di architetture di varie epoche disposte su diversi livelli, collegate tra loro da varie rampe.
Voluta, nella sua rinascimentale conformazione, da Filippo II d'Asburgo, re di Spagna, nel XVI secolo, rappresenta un'importante
memoria di storia militare e di arte per il territorio di confine che la ospita. Da secoli è spettatrice e protagonista delle tante
vicende, lotte e contese tra Regno di Napoli e Stato Pontificio che hanno designato la sua sorte e determinato l'avvicendarsi di
autorità governative al suo comando.

La Fortezza, edificata dagli spagnoli nella seconda metà del XVI secolo, è incastonata in cima al paese come un’acropoli.
Importante opera d’ingegneria militare, con i suoi 500 metri di lunghezza e 25mila metri quadri di superficie è tra le fortificazioni
più grandi d’Europa. Il ponte levatoio, i bastioni, i camminamenti, le piazze d’armi, gli alloggiamenti militari, le carceri, le
polveriere, i forni, le stalle, le cisterne, il palazzo del Governatore, la chiesa di San Giacomo, attirano ogni anno migliaia di
visitatori.

La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del
Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d´Europa
caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m.

La rocca aragonese, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo
II d’Asburgo - re di Spagna - che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di
Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi.
Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura
militare e si opposero valorosamente all´assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la
Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto.
Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di
L´Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d´armi, le cisterne (una delle
quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei
soldati.
Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-
forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga,
della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico.
All´interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe
antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del
XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti "falconetti" da marina.

Civitella del Tronto

Antroposervice, l'azienda

Antroposervice è un'azienda specializzata nell'ideazione e realizzazione di eventi ad Ascoli Piceno, nelle Marche e nei territori limitrofi di Abruzzo, Umbria e Lazio. La sede operativa si trova ad Ascoli Piceno, ma opera stabilmente in città e province limitrofe: S. Bendetto del Tronto, Grottammare, Fermo, Ancona, Teramo, Sant'Egidio alla Vibrata, Civitella del Tronto, Pescara, Amatrice, Norcia, Castelluccio ed altre. Antroposervcie sin dalla sua fondazione opera in qualità di partner ufficiale del Festival dei due Parchi, nei territori del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del Gran Sasso e Monti della Laga.

La sede di Antroposervice eventi progetti comunicazione è ad Ascoli Piceno, in Corso di Sotto 49.

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